Olibano in grani proprietà
Esplorazione delle Essenze

Olibano in grani proprietà

L’olibano, conosciuto anche come Incenso ha proprietà note fin dall’Antico Egitto, dove veniva usato nelle cerimonie religiose e per questo era importato in grande quantità verso la terra dei faraoni. Fra i luoghi in cui questa pianta proliferava troviamo l’antico regno di Saba.

Dalla sua capitale partivano ricche carovane cariche di incenso, dirette verso l’Egitto e successivamente anche verso Gerusalemme.

L’uso dell’incenso si espanse anche in Grecia, fu infatti una delle prime resine a raggiungere la penisola. Qui come negli altri luoghi era largamente usato nelle pratiche religiose. Il suo uso tuttavia non era limitato solo alle pratiche religiose, ma trovava largo uso anche nelle fumigazioni oracolari. L’incenso misto ad altre piante come l’alloro era fumigato per favorire la divinazione dell’oracolo, come testimonino gli studi sull’Oracolo di Delfi, il più famoso della Grecia Antica. Il suo uso massiccio, come quello di altre pregiate sostanze, è dovuto alle spedizioni di Alessandro Magno che, una volta conquistata Gaza, fece importare ben 13 tonnellate di incenso e mirra. (1)

Miti ed uso religioso.

Nell’isola di Mandura, al lago della costa a nord di Giava, i medium per prepararsi a riceve il proprio spirito, aspirano il fumo dell’incenso, fino ad entrare in una sorta di trance. Secondo un antico mito egizio, l’incenso sarebbe un dono portato dalla fenice nella terra di Punt. Era dunque considerato un dono divino, per questo era fumigato durante riti e cerimonie.

L’incenso oggi come anticamente, è fumigato per depurare l’energia dei luoghi chiusi e di oggetti che possono assorbire forze negative come anche le piete. L’incenso può essere usato per operazioni di purificazione e consacrazione, per scacciare entità negative e favorire la serenità. Insieme alla mirra forma una miscela che ha effetto riequilibrante, armonizzante che crea un’atmosfera di pace. Si ritiene che l’incenso stimoli lo spirito umano ed è un buon supporto per la meditazione e la preghiera. Fra gli usi religiosi l’incenso è presente anche nelle celebrazioni cristiane, miscelate con altre resine.

Notizie storiche sull’olibano

Eccome com’è descritta la raccolta dell’incenso Plinio il Vecchio, nell’opera Storia naturale. La prima raccolta , quella naturale, avviene verso il sorgere della Canicola quando il caldo è più torrido: si procede incidendo la corteccia là dove appare più gonfia e sottile per la tensione. Vi si fa uno squarcio senza togliere nulla: zampilla fuori una schiuma grassa. […] L’incenso rimasto attaccato all’albero viene tolto col ferro e così vi è mescolata un po’ di corteccia. […] La seconda raccolta avviene in primavera, dopo aver praticato l’incisione degli alberi in inverno in vita di quella. Il prodotto stavolta è rossastro e non è paragonabile all’altro. Il primo di chiama carfiato il secondo datiate. […] L’incenso dopo la raccolta viene trasportato sui cammelli a Sabota, dove c’è una sola porta che si può attraversare per questo trasporto: passare da un’altra parte è delitto che i re stabilirono di punire con la morte. Là i sacerdoti prelevano una decima per il dio di nome Sabi, calcolandola a volume e non a peso: prima che avvenga questo prelievo non è permessa la vendita.

 1-PLUTARCO-Vita di Alessandro Magno XXV Mandando poi gran quantità di bottino alla madre Olimpiade, alla sorella Cleopatra ed agli amici, aggiunse anche per il suo maestro Leonida 500 talenti di incensi e 100 di mirra, memore di una speranza concepita da bambino. Infatti Leonida, a quanto sembra, durante un sacrificio , aveva detto ad Alessandro che con ambedue le mani prendeva profumi e li versava sul fuoco dell’altare: <quando sarai signore delle regioni che producono profumi, o Alessandro, li brucerai con simile abbondanza; ma ora sii parsimonioso di quanto hai>. In quel momento, dunque Alessandro gli scrisse <Ti ho mandato una gran quantità di incenso e mirra perchè tu cessi di essere avaro con gli Dei> [Traduzione di D. Magnino, Plutarco Vite Parallele. Alessandro, Cesare 1987]